Carissimi,
la condizione di emergenza del Covid-19 ci fa vivere la Pasqua in modo reale e anomalo insieme, trattenuti “ai domiciliari”, impediti di immergerci nei riti della Settimana Santa, così struggenti nella memoria della Passione e Risurrezione di Gesù, e impediti di viverla nel festoso ritrovarci con gli amici più cari. E come non pensare con sincera vicinanza a quelle famiglie che attraversano angoscianti inquietudini di fronte al futuro!
In questi giorni ci sostiene il suggerimento di S. Paolo all’amico Timoteo quando afferma che se “i tempi sono cattivi” significa che è giunto il tempo della conversione del cuore e della maturità della fede.
Ci sentiamo provocati a stare di fronte al presente, a guardarlo al presente senza fuggire davanti alla circostanza che la realtà pone. Quello che sta accadendo fa emergere in modo imponente il bisogno più acuto del cuore umano e rende urgenti le domande più profonde, di fronte alle quali non bastano risposte parziali, non all’altezza della profondità del dramma. Quanto ci è necessario e utile vivere il clima di silenzio per verificare con sincera lealtà se le ragioni per le quali ci affatichiamo valgono la pena. L’ha detto nell’omelia delle Palme domenica scorsa anche Papa Francesco: “Guardiamoci dentro… vedremo le nostre infedeltà. Quante falsità, ipocrisie e debolezze! Quante buone intenzioni tradite! Quante promesse non mantenute! Quanti propositi lasciati svanire! Possiamo non tradire quello per cui siamo creati, non abbandonare ciò che conta. Siamo al mondo per amare Lui e gli altri. Il resto passa, questo rimane… Perché la vita si misura sull’amore”.
Non si può amare se non nell’esperienza di essere amati. Come non si può educare se non si sta lietamente e liberamente in permanente verifica di sé, provocati dalla realtà che accade. Che Dio ci aiuti a sperimentare la preziosità della nostra esistenza, ci doni serenità nella consapevolezza della promessa di Gesù: “Ecco. Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20b).
BUONA PASQUA a tutti voi, con una carezza particolare ai bambini e con una fraterna vicinanza a quanti tra voi più patiscono nelle attuali circostanze.
Cordialissimi saluti.
Don Guido Randon
Daniela Maria Zonta
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