La fede esige l’impegno della ragione e del cuore. I nostri auguri di buona Pasqua

Carissimi/e Alunni/e, Gentilissimi Genitori,

Carissimi docenti e personale non docente,

Mai avremmo voluto vivere la Settimana Santa e la Pasqua assistendo impotenti al Calvario sanguinoso che vediamo ogni giorno in Ucraina. Una tragedia immane: migliaia di morti civili, bambini inclusi, mamme costrette ad abbandonare le loro città, distrutte dalla brutale aggressione, le loro abitazioni rase al suolo… Non è forse questo il modo con il quale il Signore Gesù continua a vivere la Passione nel suo corpo storico? 

Quando il prossimo non è guardato come un bene, quando il primo intoccabile valore non è la persona umana, quando un individuo e un potere si credono un assoluto, allora uomini e donne, regioni e nazioni sono considerati un niente, tanto che assistiamo smarriti al ripetersi dell’azione del fratricida Caino, di biblica memoria. 

L’odio nasce nel cuore dell’uomo, nasce dal peccato, che nella sua forma più radicale è il credersi dio e gli altri visti come sudditi o come nemici. È il nichilismo ed il panteismo, divenuti pensiero dominante nella nostra società e, ahimè!, anche tra tanti di noi cristiani. 

Ho riletto in questi giorni la frase del Retore Gaio Mario Vittorino, filosofo romano (290-364 d.C.): “Quando ho incontrato Cristo mi sono accorto di essere uomo”. Cristo rende l’uomo più uomo: conoscerlo Gesù, starci al suo giogo d’amore e di misericordia è la via della pace. 

La Pasqua ripropone alla nostra ragione l’inevitabile necessità di prendere posizione di fronte al fatto di Cristo o per riconoscerlo o per negarlo: l’indifferenza non è ragionevole, come scriveva Pascal. Il Fatto di Cristo è un punto fermo nella storia, “Siccome torre in solitario campo …”, direbbe il nostro poeta Giacomo Leopardi (“Il pensiero dominante”), o come scrisse un autore del 1600, Lurentius Eremita: “compresi che tutta la mia vita sarebbe trascorsa nel rendermi conto di ciò che era accaduto”. 

Carissimi tutti, la fede non può essere un presupposto ovvio, scontato, esige l’impegno della ragione e del cuore. 

Noi tutti cosa ci aspettiamo da Gesù? Ci aspettiamo tutto da Lui o ci aspettiamo quello che abbiamo deciso di aspettarci?

Da qualche settimana abbiamo ospiti nella nostra scuola sei bambini esuli dall’Ucraina. La loro presenza tiene viva tra noi la coscienza della tragedia del loro popolo. Ringraziamo quanti con il loro sostegno ci mettono in grado di ospitarli e di offrire loro un’accoglienza e un’amicizia che speriamo possa lenire la sofferenza che hanno nel cuore per tanti loro parenti rimasti a difendere la loro patria.

Carissimi auguri di Buona Pasqua a tutti.

Don Guido Ottorino Randon 

Maestra Daniela Zonta

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